Crudi alla moda - ultima parte (+ ricetta)

I magnifici quattro: il sushi più noto e diffuso è l'hosomaki, bocconcino avvolto dall'alga nori, di colore verde scuro; su di essa si stende il riso, poi, il ripieno prescelto e si arrotola fino a formare un cilindretto.

Per farlo, i giapponesi stendono il rettangolo di nori su uno stuoino detto maki (da qui il nome).

All'interno, essenziale il wasabi, salsa colore verde chiaro a base di rafano, dal sapore molto forte; l'uramaki è una variante del precedente; qui l'alga nori avvolge il ripieno (di solito pesce e verdura), mentre il riso è all'esterno, con una ulteriore guarnizione, fatta di solito, da uova di pesce o semi di sesamo tostati.

Quando invece il boccone di riso ha in superficie una sottile fetta di pesce, si parla di sushi nigiri.

Una notte al gelo: il pesce crudo che si vuole utilizzare in sushi e tartare, va perfettamente pulito e messo in freezer per almeno 72 ore; il gelo, infatti, garantisce il consumo di un prodotto sicuro dal punto di vista igienico-sanitario.

SUSHI NIGIRI:
per realizzare 10 porzioni, preparate altrettanti bocconcini di salmone e spennellatene un lato con wasabi (basta un velo).

Formate 10 polpette con 250 g di riso lessato e condito con 1/2 bicchiere d'aceto di riso; fate aderire sul riso il lato del salmone passato nel wasabi e servite con soia, più, eventualmente, fettine di zenzero sott'aceto.

Al posto del salmone si possono anche usare dei gamberi.

Articolo di M. Cristina Sparaciari
Fonte: News, maggio 2012

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