Veronesi: "Il futuro parla vegetariano"

La scienza deve uscire dai laboratori, per il professor Umberto Veronesi, i ricercatori devono affrontare i grandi temi dell'umanità e tra queste, la ridistribuzione delle risorse alimentari, in bilico tra denutrizione e obesità.

Uno dei temi del millennio lanciato dalle Nazioni Unite è un'opportunità che si ripresenta con Expo 2015, dove oltre a parlare di cibo e di eccellenze gastronomiche, si deve affrontare anche quello dell'accesso a cibo e acqua.

Professor Veronesi, quest'anno The Future of Science, affianca ai temi del progresso e della medicina uno sguardo sulle emergenze globali del pianeta, perché?

"Perché c'è un problema da sradicare, la lotta alla fame nel mondo, un obiettivo ben lontano dall'essere risolto, anche alla luce degli scarsi traguardi raggiunti finora. Abbiamo nel mondo un miliardo di persone prive di cibo, mentre due miliardi di persone che ne consumano troppo, aggravando la loro condizione di vita, con problemi come il diabete o i disturbi cardiocircolatori. Per dare la bistecca quotidiana a chi già introduce troppe calorie, si devono foraggiare quattro miliardi di animali da allevamento".

E' in atto un boom di consumi.......

"C'è in effetti un costante incremento demografico da una parte e preoccupa l'atteggiamento di Paesi emergenti, come Cina e Sud America, che hanno la tendenza a copiare gli stili di vita occidentali, per cui all'orizzonte abbiamo una nuova ondata di carnivori da saziare, con gli allevamenti di bestiame che già raggiungono livelli insostenibili".

Cosa comporta questo cambiamento?

"La necessità di fare entrare la scienza nella catena alimentare, studiando gli Ogm, per spingere sullo sviluppo dell'agricoltura, abbattendo nel contempo, l'uso della carne, divenuto eccessivo e recuperando altro cibo da dare a chi non ne ha".

Non teme che arrivino bordate da chi teme la genetica?

"Probabile, da una vita ricevo critiche, ma non mi preoccupo".

A parte il dibattito con gli ambientalisti, quali indicazioni arrivano dagli studiosi riuniti a Venezia?

"Il suggerimento che viene dagli scienziati, ed è anche il mio, è di tipo globale, educativo. Dobbiamo convincere le società ricche a mangiare meno. Io vengo dalla campagna, mangiavamo carne tre volte l'anno e siamo cresciuti benissimo. Oggi in Europa e negli Usa, si mangia troppa carne, anche due volte al giorno, 120 chili in media all'anno, come divorare un animale intero. Questa quota deve essere ritoccata, è una necessità non è un optional, aveva detto bene Einstein quando profetizzava che sulla terra l'evoluzione punta verso un'alimentazione vegetariana".

Con quali vantaggi?

"Non è solo per amore degli animali, o il dato che troppa carne fa male. Il fatto è che non c'è scelta, non possiamo rischiare una crisi mondiale per nutrirsi troppo. Inoltre, le piante contengono principi attivi curativi, conosciamo antocianine, resveratrolo, abbiamo ancora tantissime sostanze protettive da isolare e studiare, come dicono i giapponesi, il cibo è la nostra medicina. Vedremo cosa la scienza può fare per raggiungere questi obiettivi, il tema sarà molto interessante per la sopravvivenza dell'umanità".

Articolo di Alessandro Malpelo
Fonte: La Nazione, 20 settembre 2014

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