Tre tipi diversi di cottura

Oggi Ti parlo di tre diversi tipi di cotture, tutta salute, in piena sintonia con la cucina naturale: perché i cibi, cuocendo nel loro sugo, mantengono inalterate le loro proprietà e il loro gusto.

Cottura al cartoccio:
in apparenza sembra semplice: un foglio di alluminio come base e, sopra, l’alimento destinato a cuocervi dentro (pesce, pasta, riso, pollo, coniglio, ecc.), si avvolge il tutto nell’involucro, accartocciandolo per bene e via in forno per il tempo occorrente.

In realtà gli accorgimenti da osservare perché il piatto riesca con successo sono diversi. Un accorgimento da tener presente è non posare direttamente il cartoccio sulla placca del forno, fidandosi della resistenza dell’alluminio che invece, sottoposto a un calore così diretto, può decidere di lasciarci con il cartoccio in mano e il cibo disperso sul fondo del forno.

Occorre sempre posare l’involucro su un piatto da portata che possa andare in forno, e si possa perciò ritirare a cottura ultimata senza sottoporlo a choc termici. Si può cuocere la pasta, che ovviamente andrà prima cotta al dente, soprattutto se si tratta di formati “robusti” come rigatoni o penne; si scola, si condisce velocemente con condimenti crudi e poi via in forno bene avvolta nell’alluminio, per 10 minuti.

Il riso (lo si può mettere a “crudo” assieme agli altri ingredienti) per 35 minuti in forno preriscaldato a 180°. I dolci, soprattutto quelli a base di frutta, che così cuociono senza disperdere nemmeno un briciolo del loro sapore di partenza, senza annacquarsi, anzi arricchendosi degli ingredienti che si aggiungono come uvetta, marmellata, nocciole tritate, ecc.

Il pesce che è il protagonista assoluto della cottura al cartoccio, perché solitamente non esige cotture prolungate (circa 20 minuti). La carne (circa 20 minuti). Quando la preparazione è già ricca di liquido per conto suo (tipo le pastasciutte) basta versarla direttamente sul foglio così com’è; ma se è una preparazione asciutta (come hamburger e petti di pollo) è consigliabile prima oliare l’alluminio per evitare la possibilità di attaccamento.

Cottura al sale:
assolutamente priva di grassi. Per realizzarla, si utilizza di solito l’apposito recipiente ovale di argilla, con coperchio, ma si può praticare benissimo in una comune casseruola, basta mettere uno spesso strato di sale grosso da cucina sul fondo, posarvi sopra la carne o il pollo, poi versare ancora altro sale che colmi gli spazi tra carne e lati della casseruola, e coprire bene anche sopra (in tutto non più di 2 kg. di sale grosso).

Quando è passato il tempo di cottura basta rompere lo strato di sale per trovarvi dentro un fragrante arrosto cotto a puntino e assolutamente non salato.

Cottura in sacchetto:
è un’altra proposta per cucinare in modo sano e senza grassi carne, pesce, verdura (tagliata a rondelle). Tra i sacchetti da forno in commercio, particolarmente indicati quelli di Cuki e di Domopak, aziende specializzate in questo tipo di cotture salutistiche (molto resistenti e a prova di strappo).

La cottura in sacchetto può essere effettuata sia in forno che in acqua, permettendo di ridurre notevolmente l’uso di condimenti e grassi. Questi speciali sacchetti trasparenti – di un materiale rigorosamente approvato da un decreto ministeriale, che lo ha giudicato idoneo a venire a contatto con sostanze alimentari – venduti con gli opportuni legacci di chiusura, possono essere utilizzati sia in forno che direttamente sul fornello, posti all’interno di una capiente casseruola.

Al forno, si scalda il forno a circa 220°; nel frattempo si infila nel sacchetto la carne o il pesce, con le verdure, si chiude con il legaccio e nella parte superiore del sacchetto si praticano 5/6 fori, si mette il tutto nella teglia e via in forno, avendo cura che il sacchetto non venga a contatto con le pareti o con le resistenze del forno. Il grado di cottura è facilmente controllabile attraverso la trasparenza del sacchetto.


Quando si tratta di pollo, e non si vuol rinunciare al piacere “tutto estetico” della doratura, basta tagliare il sacchetto nella parte superiore, negli ultimi dieci minuti di cottura, per ottenere la coloritura. La carne con questo tipo di cottura rimane più tenera perché avviene a calore relativamente basso, giovando anche al sapore.

In casseruola, con lo stesso tipo di sacchetto si può anche bollire, evitando così il disperdersi nell’acqua dei preziosi valori alimentari: si chiude con il laccio, in modo non ermetico, e lo si colloca in una pentola piena a tre quarti di acqua in ebollizione (in questo caso non sono necessari i fori sul sacchetto).

È consigliabile lasciar sporgere dalla pentola l’estremità del sacchetto (tenendola ferma con il coperchio) e ridurre leggermente la fiamma. Al termine della cottura lasciar riposare per qualche minuto il sacchetto prima di aprirlo.

Commenti